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LIBRO TERZO 119

delle biade; così egli, non tocco ancora il vigesimoquinto anno dell'età sua, governava le fidategli genti.

Acquistatosi quindi l'amor delle truppe mirandolo frugale nel vitto1, coraggioso negli aringhi, riserbato nell'ammassare danaro, e pieno finalmente d'ogni virtù, superando in esse, il dirò pure, tutti i mortali di quei tempi; Costanzo mosso da invidia per le chiarissime di lui geste, e pensando volersi attribuire ai talenti di Sallustio, uno dei consiglieri datigli, la gloria ottenuta in guerra e nel reggimento de' popoli, mandò chiamando costui sotto colore di promoverlo a governatore dell'Oriente. Giuliano di buon grado vi condiscese, propostosi di secondare in tutto gl'imperiali voleri; se non che dopo eziandio la partenza del duce niente meno prosperavano, di giorno in giorno quasi dissi, ognor più gli affari di colà, crescendo il numero de' militi e la cognizione tra essi dell'arte bellica; le cittadi a simile gioivano della pace e dei beni a lei dovuti.

In que' luoghi tutti i barbari usciti già erano d'ogni speranza, e riputavan i pochi avanzi loro non più che salvi da una totale distruzione. I Sassoni allora, estimati fortissimi sopra ogni altro abitatore di tali regioni così per coraggio come per robustezza di membra e tolleranza nelle guerresche fatiche, mandano ostilmente i Quadi, schiatta di lor nazione, contro alle Romane frontiere, ma rinvenutivi i confinanti Franchi disposti

  1. Giuliano maravigliosamente affettava queste inezie di frugalità, giunto essendo a licenziare il barbiere ed il cuoco perché troppo dispendiosi nell'abbigliarsi. V. Zonara. T. S.