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116 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

dalle leggi, ma volle si conducessero in femminili vesti pel campo, e quindi trasportati fossero altrove, pensando che valorosi militi reputato avrebbero tal pena e supplicio molto più grave della morte; ed in effetto quella correzione riuscì ili gran vantaggio così a lui come alle truppe. Imperciocchè nella seconda guerra contro de' Germani, soli eglino, son per dire, conservando memoria della sofferta ignominia, acquistaronsi lode, sopra tutti i commilitoni, di aver sostenuto con sommo valore gli aringhi. Terminata questa impresa egli disponevasi, in tempo di pace assoldando molte truppe, a guerreggiare l'intera Germanica nazione; sapendola quindi provveduta di numerose genti, non aspettatone l'attacco passò il Reno, estimando vie più vantaggioso il combattere anzi sopra nemica terra che sulla Romana, onde liberare le città da nuovi danni al comparirvi de' barbari. Pur quivi di fierissima battaglia vincitore con disterminata nemica strage, perseguito infino alle selve Ercinie1 il resto, e fatto prigione Vadomario, figlio del barbaro capitano, tornò a condurre l'esercito, lieto per le conseguite vittorie e celebrante le imperiali geste del cesare, alle sue stanze. Dopo di che spedì Vadomario a Costanzo colla nuova del suo felice operato. I barbari giunti agli estremi e solleciti di lor prole e donne, per tema non il cesare coll'inoltrare là dove elle dimoravano sterminassevi dal primo all'ultimo ogni

  1. Selva di Boemia lunga sessanta giornate e larga nove.