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114 | ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA |
donde, sedatevi le ribellioni de' Quadi e Sarmati, va nell'Oriente, le persiane scorrerie trascinandolo con dispiacere alla guerra. Giuliano, valicate le Alpi, recasi infra le Galliche nazioni assegnategli; ove, perseverando i barbari a dare il guasto liberissimamente, Eusebia, tornando ai primi ragionari, induce il consorte ad accordargli l'amministrazione di que' luoghi. Ora, quanto Giuliano da tal epoca e successivamente in tutta la sua vita operasse, è narrato con prolissità nei libri degli istoriografi e de' poeti, quantunque nel numero di coloro che ne trasmisero ai posteri la memoria nessuno riuscito sia ad agguagliare la grandezza di quelle imprese. Il voglioso potrà eziandio conoscerle applicandosi alla lettura delle orazioni ed epistole, da lui medesimo scritte, e contenenti in ispecie il suo operato per l'orbe intero. Ma poichè a noi si conviene di non interrompere l'ordine della storia, verranno pur qui ad una ad una ed in compendio esposte, dando specialmente la preferenza alle ommesse dagli altri scrittori.
Costanzo, fidato avendo al cesare generale autorità sopra quanto la pratica suggerirebbegli profittevole alle nazioni da lui governate, si diresse all'Oriente per combattere i Persiani. Giuliano dunque rinvenuta ne' Celti la disciplina militare in gran parte corrotta e rovinata; i nemici, senza opposizione al mondo, valicato il Reno, spingere il saccheggiamento infin quasi alle città prossimane al mare; volto il guardo alle reliquie dell'esercito, osservate le truppe colà di stanza al solo nome de' barbari cadere in ispavento; i militi inoltre consegnatigli dall'imperatore, trecensessanta nè