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non è bello, e la bellezza non è piacevole. E siccome le vivande, quantunque sane e salutifere, non piacerebbono agl’invitati, se elle o niun sapore avessero, o lo avessero cattivo; così sono alcuna volta i costumi delle persone, comechè per se stessi in niuna cosa nocivi, nondimeno sciocchi e amari, se altri non gli condisce di una cotale dolcezza, la quale si chiama, siccome io credo, grazia e leggiadria.

147. Per la qual cosa ciascun vizio per sè, senza altra cagione, convien che dispiaccia altrui conciossiachè i vizi sieno cose sconce e sconvenevoli sì, che gli animi temperati e composti sentono della loro sconvenevolezza dispiacere e noia.

148. Perchè innanzi ad ogni altra cosa, conviene a chi ama di esser piacevole in conversando con la gente, il fuggire i vizi; e più i più sozzi, come lussuria, avarizia, crudeltà, e gli altri; de’ quali alcuni sono vili, come lo essere goloso e lo inebriarsi: alcuni laidi, come lo essere lussurioso: alcuni scelerati, come lo essere micidiale: e similmente gli altri, ciascuno in se stesso, e per la sua proprietà, è schifato dalle persone, chi più e chi meno; ma tutti generalmente, siccome disordinate cose, rendono l’uomo nell’usare con gli altri spiacevole, come io ti mostrai anco di sopra.