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ha ella, siccome donna e maestra, potere di mutar le corrotte usanze, e di sovvenire e di sollevare la natura, ove che ella inchini o caggia alcuna volta: ma noi non l’ascoltiamo per lo più, e così per lo più siamo simili a coloro a chi Dio non la diede, cioè alle bestie; nelle quali nondimeno adopera pure alcuna cosa, non la loro ragione, che niuna ne hanno per se medesime, ma la nostra; come tu puoi vedere che i cavalli fanno, che molte volte, anzi sempre, sarebbon per natura salvatichi; e il loro maestro gli rende mansueti, e oltre a ciò quasi dotti e costumali; perciocchè molti ne anderebbono con duro trotto, e egli insegna loro d’andare con soave passo; e di stare e di correre e di girare e di saltare, insegna egli similmente a molti: e essi l’apprendono come tu sai ch’e’ fanno.

133. Ora se il cavallo, il cane, gli uccelli e molti altri animali ancora più fieri di questi, si sottomettono all’altrui ragione, e ubbidisconla; e imparano quello che la loro natura non sapea, anzi repugnava, e divengono quasi virtuosi e prudenti quanto la loro condizione sostiene, non per natura, ma per costume: quanto si dee credere, che noi diverremmo migliori per gli ammaestramenti della nostra ragione medesima, se noi le dessimo orecchie?

134. Ma i sensi amano e appetiscono il di-