Pagina:Della Casa - Opere varie, 1855.djvu/74

70

gl’intende. E chi è colui che sappia ciò che Dante si volesse dire in quel verso:

Già Veggia1 per Mezzul2 perdere o Lulla3!

Certo io credo, che nessun altro che noi Fiorentini: ma nondimeno, secondo che a me è stato detto, se alcun fallo ha pure in quel testo di Dante, egli non l’ha nelle parole; ma se egli errò, piuttosto errò in ciò che egli siccome uomo alquanto ritroso, imprese a dire cosa malagevole ad isprimere con parole, e per avventura poco piacevole ad udire, che perchè egli la esprimesse male.

144. Niuno puote adunque ben favellare con chi non intende il linguaggio nel quale egli favella; nè perchè il tedesco non sappia latino, dobbiam noi per questo guastar la nostra loquela, in favellando con essolui, nè contraffarci a guisa di maestro Bruſaldo; siccome soglion fare alcuni che per la loro sciocchezza si sforzano di favellar del linguaggio di colui con cui favellano, quale egli si sia; e dicono ogni cosa a rovescio: e spesso avviene, che lo spagnuolo parlerà italiano coll’italiano, e l’italiano favellerà per pompa e per leggiadria con esso lui spagnuolo: e nondi-

  1. Botte.
  2. La parte di mezzo del fondo dinanzi della botte,
    dove s’acconcia la cannetta.
  3. Quella parte del fondo della botte che dal mezzule
    all’estrema parte si congiugne alla botte.