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perciocchè niente rilevava, se la madre di lui fosse stata da Gazzuolo, o anco da Cremona.
105. Anzi apparai io già, da un gran rettorico forestiero, uno assai utile ammaestramento dintorno a questo; cioè, che le novelle si deono comporre e ordinare prima co’ soprannomi, e poi raccontare co’ nomi; perciocchè quelli sono posti secondo le qualità delle persone: e questi secondo l’appetito de’ padri, o di coloro a chi tocca. Per la qual cosa colui che in pensando fu madonna Avarizia, in profferendo sarà messer Erminio Grimaldi; se tale sarà la generale opinione che la tua contrada arà di lui, quale a Guglielmo Borsieri fu detto esser di messer Erminio in Genova. E se nella terra, ove tu dimori, non avesse persona molto conosciuta che si confacesse al tuo bisogno, sì dei tu figurare il caso in altro paese, e il nome imporre come più ti piace.
106. Vera cosa è, che con maggior piacere si suole ascoltare, e più aver dinanzi agli occhi quello che si dice esser avvenuto alle persone che noi conosciamo (se l’avvenimento è tale che si confaccia a’ loro costumi) che quello che è intervenuto agli strani e non conosciuti da noi: e la ragione è questa; che sapendo noi, che quel tale suol far così, crediamo che egli così abbia fatto, e