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di pur voler in sì fatto esercizio adoperarsi; acciocchè non avvenga loro quello che avvenne al cavaliere di madonna Oretta. E se tu porrai mente alle maniere di molti, tu conoscerai agevolmente ciò che io ti dico esser vero; cioè che non istà bene il motteggiare a chiunque vuole, ma solamente a chi può.

99. E vedrai tale avere ad ogni parola apparecchiato uno, anzi molti di quei vocaboli che noi chiamiamo bisticcichi, di niun sentimento; e tale scambiar le sillabe ne’ vocaboli per frivoli modi e sciocchi; e altri dire, o rispondere altrimenti che non si aspettava, senza alcuna sottigliezza o vaghezza. — Dove è il signore? Dove egli ha i piedi; e gli fece unger le mani con la grascia di s. Giovan Boccadoro; e dove mi manda egli? ad Arno: Io mi voglio radere: E’ sarebbe meglio rodere. Va, chiama il Barbieri: E perchè non il Barbadomani? — I quali, come tu puoi agevolmente conoscere, sono vili modi e plebei. Cotali furono per lo più le piacevolezze e i motti di Dioneo.

100. Ma della più bellezza de’ motti, e della meno non fia nostra cura di ragionare al presente; couciossiachè altri trattati ce ne abbia, distesi da troppo migliori dettatori e maestri che io non sono; e ancora perciocchè i motti hanno incontinente larga e certa testimonianza della loro bellezza e della loro spia-