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di riprendere, nè di correggere. E lasciamo stare che a tal ora si affaticano a purgare l’altrui campo, che il loro medesimo è tutto pieno di pruni e di ortica; ma egli è troppo gran seccaggine il sentirgli. E siccome pochi o niuno è, cui soffera l’animo di fare la sua vita col medico o col confessore, e molto meno col giudice del maleficio; così non si truova chi si arrischi di aver la costoro domestichezza; perciocchè ciascuno ama la libertà, della quale essi ci privano; e parci esser col maestro. Per la qual cosa non è dilettevol costume lo esser così voglioso di correggere e di ammaestrare altrui; e deesi lasciare che ciò si faccia da’ maestri e da’ padri; da’ quali pure perciò i figliuoli e i discepoli si scantonano tanto volentieri, quanto tu sai che ei fanno.

Cap. XIX. Non doversi in conto niuno adoperare scherni: in che gli scherni sieno differenti dalle beffe: da questi ancora generalmente doversi ognuno guardare; quando si adoperino, con che cautele debbano usarsi: di due sorte di motti: niuno dover mai usare molti che mordano.

90. Schernire non si dee mai persona, quantunque inimica; perchè maggior segno di dispregio pare che si faccia schernendo, che ingiuriando; conciossiachè le ingiurie si fanno o per istizza o per alcuna cupidità; e niuno è che si adiri con cosa o per cosa che