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io dissi, e voglionsi avere per legge in simili affari. Per la qual cosa, chi dice voi ad un solo, purchè colui non sia d’infima condizione, di niente gli è cortese del suo: anzi se egli dicesse tu, gli torrebbe di quello di lui, e farebbegli oltraggio e ingiuria, nominandolo con quella parola, con la quale è usanza di nominare i poltroni e i contadini.

66. E se bene altre nazioni e altri secoli ebbero in ciò altri costumi, noi abbiamo pur questi, e non ci ha luogo il disputare quale delle due usanze sia migliore; ma convienci ubbidire non alla buona, ma alla moderna usanza, siccome noi siamo ubbidienti alle leggi, eziandio meno che buone, perfino che il comune, o chi ha podestà di farlo, non le abbia mutate. Laonde bisogna che noi raccogliamo diligentemente gli atti e le parole, con le quali l’uso e il costume moderno suole e ricevere e salutare e nominare, nella terra ove noi dimoriamo, ciascuna maniera d’uomini e quelle, in comunicando con le persone, osserviamo.

67. E non ostante che l’ammiraglio, siccome il costume de’ suoi tempi per avventura portava, favellando col re Pietro d’Aragona, gli dicesse molte volte Tu; diremo pur noi a’ nostri re Vostra Maestà, e la Serenità Vostra, così a bocca, come per lettere; anzi, siccome egli servò l’uso del suo secolo, così dobbia-