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amici secondando le nostre voglie, quali che elle si sieno, non acciocchè noi vogliamo, ma acciocchè noi facciamo lor bene, e non per piacerci, ma per ingannarci. E quantunque si fatto vizio sia per avventura piacevole nella usanza, nondimeno perciocchè verso di sè è abbominevole e nocivo, non si conviene agli uomini costumati; perocchè non è lecito porger diletto nocendo; e se le cirimonie sono, come noi dicemmo, bugie e lusinghe false, quante volte le usiamo a fine di guadagno, tante volte adoperiamo come disleali e malvagi uomini: sicchè per si falla cagione niuna cirimonia si dee usare.

Cap. XVI. Le cirimonie, che si fanno per debito, non deggiono mai lasciarsi. Autorità, e forza dell’uso. Cautele da osservarsi nel praticarle. L’eccedere è adulazione indegna del gentiluomo. Questa fa la terza specie di cirimonie, che sono per vanilà. Quanto l’adulazione sia noiosa e spiacevole.

65. Restami a dire di quelle che si fanno per debito, e di quelle che si fanno per vanità. Le prime non istà bene in alcun modo lasciare che non si facciano; perciocchè chi le lascia, non solo spiace, ma egli fa ingiuria; e molte volte è occorso, che egli si è venuto a trar fuori le spade solo per questo, che l’un cittadino non ha così onorato l’altro per via, come si doveva onorare; perciocchè le forze della usanza sono grandissime, come