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za di lagrimare, assai leggier cosa fia di medicarlo con la mostarda forte; o porlo in alcun luogo al fumo. Per la qual cosa in niuna maniera si può scusare il nostro Filostrato della proposta che egli fece piena di doglia e di morte a compagnia di nessun’altra cosa vaga, che di letizia. Conviensi adunque fuggire di favellare di cose maninconose, e piuttosto tacersi.
49. Errano parimente coloro che altro non hanno in bocca giammai, che i loro bambini e la donna e la balia loro: — Il fanciullo mio mi fece iersera tanto ridere: udite: voi non vedeste mai il più dolce figliuolo di Momo mio: la donna mia è cotale: la Cecchina disse: certo voi nol credereste del cervello che ell’ha. — Niuno è si scioperato, che possa nè . rispondere, nè badare a sì fatte sciocchezze; e viensi a noia ad ognuno.
Cap. XII. Si riprova distintamente l’uso di raccontare i sogni nelle conversazioni.
50. Male fanno ancora quelli che tratto tratto si pongono a recitare i sogni loro con tanta affezione, e facendone sì gran maraviglia, che è uno isfinimento di cuore a sentirli massimamente che costoro sono per lo più tali, che perduta opera sarebbe lo ascoltare qualunque s’è la loro maggior prodezza, fatta eziandio quando vegghiarono. Non si