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di raccorre ancora degli altri luoghi, ed accre{ scer quel libro, il che sia perciò con comodo della sua sanità. La pistola al cardinal Farnese è copiosa e pura e bella e prudente come l’altre scritture di V. Sig. e se io debbo dire interamente il mio senno, ancora, non so come, più bella dell’altre sue epistole, che sempre mi son parute bellissime. Mi rallegro dunque di cuore con V. Sig. che la sua lunga fatica sarà compensata con perpetua gloria e con largo frutto, che i suoi amici e gli altri uomini ne trarranno; troppo migliore studio e più laudabile, che consumare gli anni e l’età in procurarsi gradi, roba o potenza, come fanno il più delle persone. Prego V. Sig. che quando gli avanza tempo, pensi un poco sopra il proemio del primo libro di Lucrezio, dove essendo egli Epicureo, qui didicisset Deos securum agere aevum, nec rationem habere cum hominibus, nientedimeno prega Venere che impetri la pace a’ Romani. Se uno scrivesse contra la religione cristiana, sarebb’egli bene ch’egli chiedesse alcuna cosa, nè pace nè guerra a Cristo nostro Signore? A me par certo di no; ma perchè Lucrezio è pure un bello e prudente poeta in quel subbietto falso ch’egli prese, può e debb’esser vero che quel proemio sia congruo. V. Sig. mi farà piacere scrivermene un dì la sua opinione. lo me ne sto assai riposatamente leggendo