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Ora ch’ella desideri scrivermi più spesso a me è gratissimo; e più grato mi è ch’ella scriva latino, com’ella dice, che altrimenti: ma ella avrà in ciò male esercitarsi meco così debole e poco esercitato lottatore; nondimeno io la prego che non resti per questo, nè per le mie podagre, ch’io risponderò come e quando mi sia lecito, e leggerò sempre volentieri, anzi, con mia gran dilettazione ed utilità le sue lettere. N. Sig. Dio la conservi. Di Roma, a’ di febbraio 1551. Serv. l’Arcivesc. di Benevento.

LETTERA XVIII. AL MEDESIMO

Ho avuto la lettera di V. Sig. un poco tardi, perchè io era in villa. Io leggo sempre volentierissimo le sue lettere; ma questa con tante mie lodi ho io letta, quanto V. Sig. può pensare, con piena mia soddisfazione, essendo sicuro, che quello che le piace conviene che piaccia a ognuno che sa. Io andrò acconciando quei luoghi che essa mi ricorderà, per soddisfarmi, chè per ora non ho altro negozio che mi diletti più, che trastullarmi con le lettere. Il cardinal Sant’Angelo m’ha tolto quell’ Oda così com’ ella è, ma non resterò però di ac-