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suo tempo dette, sarebbono e buone e sante. Non si raccontino adunque le prediche di frate Nastagio alle giovani donne, quando elle hanno voglia di scherzarsi; come quel buon uomo, che abitò non lungi da te vicino a s. Brancazio, faceva.

48. Nè a festa, nè a tavola si raccontino istorie maninconose; nè di piaghe, nè di malattie, nè di morti o di pestilenzie, nè di altra dolorosa materia si faccia menzione o ricordo: anzi se altri in sì fatte rammemorazioni fosse caduto, si dee per acconcio modo e dolce scambiargli quella materia; e mettergli per le mani più lieto e più convenevole soggetto; quantunque, secondo che io udii già dire ad un valente uomo nostro vicino, gli uomini abbiano molte volte bisogno sì di lagrimare, come di ridere. E per tal cagione egli affermava essere state da principio trovate le dolorose favole, che si chiamarono tragedie; acciocchè raccontate ne’ teatri, come in quel tempo si costumava di fare, tirassero le lagrime agli occhi di coloro che avevano di ciò mestiere; e così eglino piangendo, della loro infirmità guarissero. Ma, come ciò sia, a noi non istà bene di contristare gli animi delle persone con cui favelliamo; massimamente colà dove si dimori per aver festa e sollazzo, e non per piagnere: che se pure alcuno è che infermi per vaghez-