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tosto ventura dal suo canto, passerà e perderalla; può farlo caso ch’e’ ci vegga attacco, governandosene con quella prudenza e amorevolezza, che S. S. saprà e vorrà usare nelle cose nostre. E avvertite che se voi parlate con altri che con S. S. di questo negozio, voi lo guasterete al sicuro. Perciò vi prego e commetto, per quanto mi siate debitore d’amarmi, che voi non ne parliate con altri, e sia chi vuole. N. Sig. Dio vi consoli. Di Venezia alli 3 d’ottobre 1551. L’Arciv. vostro zio. LETTERA XVI.
A M. CARLO GUALTERUZZI Se voi aveste ben mandato il foglio bianco, come scrivete che foste per fare, io non arei potuto scriver più di quello che scriveste voi, e non lo arei saputo scriver così bene a un gran pezzo: quella lettera dunque ha fatto e farà buono effetto, che quella gentilissima Magnif. ha sempre procurato per voi, ed ora lo farà maggiormente. Quanto all’istoria, ovvero all’istorie, io non ho parlato in collegio, perchè in verità non ho avuto comodo di farlo; ma io ne parlerò la prima volta che io vi vada. Mi occorre ben di avvertirvi, che io intendo che voi vi vol-