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più efficacemente, che si degni di volere avere considerazione ancora di me fra gli altri, e supplire con la benignità sua dove il mio merito manca; acciocchè essendo escluso, io non sia riputato o non suo servitore o inutil servitore. L’età e la complession mia mi stimolano a desiderare e procurare anzi tempo d’esser onorato da lei; di che io supplico ch’ella mi scusi, perchè l’ambizione è passione propria degli uomini e dell’età matura: alla quale vedendo io mancare il tempo, e non isperando da altri quello che mi pare di potere sperare solamente in questa occasione da lei, mi conviene esser più sollecito ch’ io non soglio e che il mio costume non comporta senza che quando bene io potessi sperare questo medesimo da altri in altro tempo, che nol posso, io non lo riputerei caro per altra mano, come io lo riputerò per la sua, dovendo ella esser mossa dall’infinita prudenza e bontà di N. Signore il quale siccome in tutte l’altre sue deliberazioni è riputato e sapientissimo e giudiziosissimo, così è ancora in questa delle promozioni sue. Io sono certissimo, che quale V. S. Illustriss. è stata meco fin qui negli altri miei desiderii, cioè larghissima e liberalissima, così sarà anco in questo ora, ed a così essere la prego e supplico con ogni affetto. Di Venezia alli.. di novembre 1547.