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mi ha fatto dire che esso è discolo, e bizzarro, e che mena le mani tanto, che i maestri ne hanno qualche fastidio; e però S. M. lo ha mandato oggi qua a casa, che io lo ammonisca, il che io ho fatto; ed il povero fanciullo se n’è ito tutto lagrimoso, promettendomi di non essere più bravo, acciocchè io non vi scriva mal di lui. E veramente mi pare un buon figliuolo, e me ne allegro con esso voi di cuore, pregandovi che per questa volta dissimuliate che io vi abbia scritto, chè io gli ho promesso di non vi scrivere. Monsig. Ieronimo seguita, come voi vedete, in custodirlo e pigliarne cura, come voi vedete: nondimeno io ho commesso, che sia parlato a Rannusio; e se vorrete, che Sandrino si adoperi pure ne’ conti vostri, e di Monsig. Ieronimo, si farà quanto vorrete: ma io voglio sperare, che si abbia a por giù gli sdegni in tutto e per tutto. Vi ricordo la spedizione pel vescovo della Canea. Ho bisogno di non so che dispensa per produrmi agli ordini sacri fatto pasqua: io non so la forma di essa dispensa, vi prego, che v’ informiate di quello che bisogna, e che me la mandiate spedita: state sano. Di Venezia al primo di Aprile 1547.