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lasse d’altri che di me; o avrei tante cose da lodare, quante son parole o lettere in essa. Or le posso dir solo, che lo stile è bellissimo e candidissimo, e le sentenze sono elette e ben collocate e ben ornate. Ma certo Vostra Signoria mi fa vergognare lodandomi tanto di soverchio; perciò io la prego che la moderi il corso dell’amore verso di me, dal quale ella è stata trasportata troppo oltre ogni termine. So bene che chi mi vuol pur lodare, convien che dica le bugie; ma io desidero ch’elle sieno almeno tollerabili. Contuttociò io la ringrazio del suo infinito amore in verso di me, e me le raccomando di tutto cuore. Nostro Signore Iddio la consoli. Di Venezia, alli 16 di luglio, 1554. LETTERA VII. AL DUCA COSIMO Sono stato in dubbio se io doveva scrivere a Vostra Eccellenza in raccomandazione di Flaminio della Casa, o no; perchè conoscendo io di non avere alcun merito con esso lei, son certo che io potrò essere riputato presuntuoso ad ardire di chiedergli la vita di questo infelice giovane, il quale io so che l’ha offesa acremente. Ma dall’altra parte dubitando che io potrei essere incolpato o come su-