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mutare e di rimutare, ed ancora di rifar volentieri come quello che non ho fretta. Io non ho dato fuori quest’ode, e nou la darò, se non sento prima il parere di Vostra Signoria, ma il cardinale m’ha fatto sollecitare assai. Sono anche stato sforzato a scriverne un’ altra in laude del cardinal Tornone, la quale è di maggior nervo che questa; ma i tempi non concedono che io la mandi. Se io posso fare alcuna cosa per Vostra Signoria, io la prego che ella non mi risparmi. Nostro Signor Iddio la consoli. Di Venezia, a’ 15 di luglio, 1553. LETTERA VI. AL MEDESIMO Io sono stato alcuni dì in villa, e poi tornato, ho avuto forestieri che m’ hanno occupato ed impedito che io non ho risposto alle sue dolcissime lettere, pigliando sicurtà della sua bontà e cortesia. massimamente che io aveva risposto in parte per messer Camillo, ed in parte aveva commesso al mio abate che rispondesse, e desse a Vostra Signoria una oda che il cardinal Farnese m’ha fatto fare. Ho letto molte volte la risposta di Vostra Signoria, o per dir meglio, la mia pistola nella quale io non avrei che rispondere, s’ella par-