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perderebbe assai del suo vigore. Io desidero ben di vedere e di studiare il suo libro, ma molto più desidero di sentir lei sana, poichè io non posso molto sperar di vederla, ma assai la veggo con la mente nelle sue dottissime scritture. Son entrato in una briga non necessaria, cioè di far versi latini; e credeva di potermene liberare a mia posta, ma m’interviene al contrario, nou solo perchè io stesso non me n’astengo così facilmente, ma ancora perchè io son ricerco alle volte di farne da persone, alle quali io non ardisco negare, come è il cardinal Farnese, e qualche altro. Ma veggio poi che ’l compiacer loro è mia vergogna in due modi; l’uno, perchè l’esser poeta non è forse in tutto comportabile al mio grado; e l’altro perchè l’esser cattivo poeta non è comportabile a nessun grado. Io ho fatto un’ode ad istanza del cardinal Farnese in laude di madonua Margherita, sorella del re di Francia, o piuttosto detto che la bisognerebbe fare, come Vostra Signoria vedrà che gliele mando. Vostra Signoria ha in gran parte la colpa che io sia ricerco; e perchè ella mi ha messo in riputazione appresso Sua Signoria Illustrissima e con le parole e con le scritture, sia contenta ancora d’aver la briga di vederla o di leggerla due volte, ed avvertirmi liberamente in generale ed in particolare senza rispetto alcuno; perchè la mia natura è di