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intitolazione; ed acciocchè ella non mi tenga per leggieri e per ambizioso più che quanto io sono; chè potrà parere a molti che io sia voluto ire in istampa con questa bagattella. Vostra Signoria perdoni del lungo ragionamento fuori forse d’ogni proposito, perchè la collera mi ha un poco trasportato oltre al solito mio. Nostro Signor Iddio la consoli sempre. Io saluto il padre Borghino e gli altri amici di Vostra Signoria e miei. Di Roma, alli 21 di febbraio 1551. LETTERA V. AL MEDESIMO Perchè io mi sono stato molte settimane in villa, non ho ancor veduto quei gentiluomini, di che Vostra Signoria mi scrive. Sono tornato in Venezia oggi, ed ho ordinato che sia detto loro, ch’ io ci sono; e vedrolli molto volentieri, come amici di Vostra Signoria e come miei cittadini; e tanto più, quanto amano le lettere, le quali amo io ancora, comechè con poco frutto. Prego Vostra Signoria che si riguardi, e procuri di conservarsi, chè, conservando sè, oltre che ella conserva l’onore e la gloria della nazione per questa via degli studi, conserva anche questa stessa professione nella nostra patria, che senza lei credo che