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desimi, non son buoni ad alcuna azione. E che sia così, come io dico, vedi ora quanto danno e quanto impedimento ti dà quel troppo acuto volere, che ti fece affaticar quel povero gobbo; e questo è discordar da se medesimo. Perchè io ti priego di nuovo che tu ti astenga di fare esercizio violento e di mangiare, come tu suoli, le fave a staia e le ciriege a ceste, guardando quanto danno e disturbo ti sarebbe se tu infermassi. Sappi certo, che gran parte della condizion della vita tua, che si può dir che cominci ora, è posta nella fatica che tu fai questa state; la quale, se ella fia fruttuosa, come la sarà certo, se non viene il difetto da te, dirizzerà tutto il corso del viver tuo; essendo altramente, anco lo torcerà per via poco lodabile; chè Dio sa quando voi arete ozio e comodo di studiar fermamente sei mesi. Non lo perder dunque; e non ispendere in ciriege e in susine, nè in feste e divertimenti di montagna, sì bella e si cara occasione e ventura: e studia con diligenza e con pazienza e vivi sicuro che se tu ti affatichi pur mediocremente, tu scriverai in prosa meglio che molti e molti altri: tanto ti veggio aver migliorato solo in copiar quelle mie baie ed in quel poco esercizio che tu hai fatto. Non voler dunque perdere per tue pazziuole tanto contento e tanta gloria, quanta tu suoli dire che porgono a me le mie scrit-