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sciare impidocchire, e fallo comporre qualche cosa da mandarmi, acciocchè l’ambizion prelibata lo faccia usare maggior diligenza. A messer Stefano, occupatissimo in leggere e in traghettar l’Alpe, raccomando Grillo di un poco di grammatica, o qualche limosina, e lo saluto forte. Nostro Signor Iddio vi conservi. Di Venezia, alli 13 d’aprile 1549. LETTERA III. AL MEDESIMO

Messer Stefano si è ammalato non per colpa della fortuna, come tu scrivi, ma per la tua che lo hai sforzato a far maggior fatica che non può comportare la sua debol complessione; e sai che anco a Murano glie l’appiccasti più d’una volta. Per amor di Dio sforzati d’essere un poco più considerato e meno impetuoso; e quando ti vengono quelle voglie così accese, avvezzati a ritenerle ed a vincerle, e così imparerai ad essere superiore a te medesimo, ed, oltre agl’ incomodi che tu cesserai, diverrai temperato e modesto, la qual virtù è quasi un concento ed un’armonia dell’anima; e come un istrumento scordato non si può usare ad alcuna musica, così gli animi impetuosi e discordanti dalla ragione e da se me-