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topo, se non fosse che l’una è domestica e l’altro salvatico.
42. E sappi che colui è piacevole, i cui modi sono tali nella usanza comune, quali costumano di tenere gli amici infra di loro; laddove chi è strano, pare in ciascun luogo straniero, che tanto viene a dire, come forestiero siccome i domestici uomini per lo contrario pare che sieno ovunque vadano, conoscenti ed amici di ciascuno.
43. Per la qual cosa conviene che altri si avvezzi a salutare e favellare e rispondere per dolce modo, e dimostrarsi con ognuno quasi terrazzano e conoscente; il che male sanno fare alcuni che a nessuno mai fanno buon viso, e volentieri ad ogni cosa dicon di no; e non prendono in grado nè onore, nè carezza che loro si faccia, a guisa di gente, come detto è straniera e barbara: non sostengono di essere visitati, ed accompagnati; e non si rallegrano dei motti, nè delle piacevolezze, e tutte le profferte rifiutano. — Messer tale m’impose diauzi, che io vi salutassi per sua parte. — Che ho io a fare de’ suoi saluti? — E messer cotale mi dimandò come voi stavate. — Venga, e sì mi cerchi il polso. — Sono adunque costoro meritamente poco cari alle persone.
44. Non istà bene di essere maninconoso, né astratto laddove tu dimori: e comechè for-