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facci leggere ogni dì quelle lezioni che ti par di potere imparare senza lasciarne mai nessuna; e questo bisogna che sia fatto con diligenza e con pazienza, inghiottendo quella poca amaritudine, senza la quale non si può pervenire alla dolcezza dello intendere e del sapere; e non vi andò mai alcuno per altra via che per erto ed aspro cammino; chè la dottrina non saria in tanto prezzo se la fosse agevol cosa. Ricordati dunque che tu impari le lingue, le quali consistono in parole; e non è altro saper le lingue che sapere i vocaboli d’esse lingue e la combinazione di essi vocaboli. Per imparar dunque la lingua greca o la latina bisogna imparar le parole e i modi di comporle insieme, secondo l’uso di quella lingua che si apprerde. È dunque necessario di far sì con diligenza, che l’uomo abbia a memoria le dizioni e le figure che si leggono negli autori; la qual cosa non si può fare senza lungo uso e senza diligenza e senza intenzione di animo. Non ti basti dunque, carissimo figliuolo, saper recitare la lezione incontinente che tu l’hai udita; e non far come chi paga un debito, che conto ch’egli ha i danari al creditore, non ha più cura di quella somma o di quella moneta, siccome non sua; ma fa come chi guarda il suo tesoro e le sue ricchezze, che le rivede e le riconosce spesso, ed ha nella mente ad ogni ora: io ho tanto