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che tu lo rimettessi a messer Pandolfo per onor tuo e di esso messer Pandolfo; ma l’ambizion ti trasporta. Ancora gli avvisi che tu mi scrivi, e ’l negoziare a palazzo col legato, era più offizio di messer Pandolfo, che tuo. Ricordati di vergognarti qualche volta, or che tu cominci ad esser uomo. Tu sai quante volte io t’ho detto, che lo sviarsi è la più facil cosa, e quella che si fa con meno considerazione di tutte l’altre, ma il ravviarsi poi è molto difficile, ed ogni scusa leggieri e frivola basta a impedirlo; e sai anco che quel che io t’ho detto ti è riuscito per prova molte volte; ed oltre a questo, puoi similmente sapere quanto danno ti ha fatto questa agevolezza e questa prontezza di lasciar lo studio; che se tu avessi continuato di faticare con diligeuza fino a qui, come tu cominciasti e come tu mi promettesti, saresti ora il più letterato gentiluomo della tua età, come io prometteva a te che sarebbe; e quanto ciò importasse a’tuoi disegni ed al tuo contento ed al mio non è necessario ch’io te lo scriva. E se in luogo di studio tu avessi avuto o pensieri o negozi, o pure almanco piaceri che meritassino il prezzo, l’uomo ti potrebbe scusare; ma tu sai che poco sollazzo ha occupato il tempo ed il luogo di si fruttuosa opera, con vergogna e con ispesa e con mala soddisfazione di tuo padre