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LETTERE FAMIGLIARI

LETTERA I. A MESS. ANNIBALE RUCELLAI Messer Iacopo dell’ Arme non mi pare atto né disposto alle lettere, anzi intendo che dice liberamente che non gli dà il cuore di studiare, essendo stato tanto tempo ben lontano da quell’ arte; e però sono certo che Sua Signoria non farebbe profitto per sè, e impedirebbe voi. Ho ben compassione al magnifico messer Francesco, che si lascia ingannare all’affezione, e spera di suo figliuolo quello che non si può sperarne. Pregherai dunque Sua Signoria che non voglia senza alcuno suo utile darmi questo impedimento; e perchè tu sai quanto io amo messer Francesco, sforzati di far l’officio con miglior modo e più dolce che tu puoi; e forse che il tacere e non gli rispondere sopra questa materia fia la più dolce risposta che si possa fare. Nondimeno mi rimetto alla tua prudenza di rispondergli o no. Scriverai al conte Camillo che mi avvisi dove vuole i centocinquanta scudi, chè io ne accomoderò Sua Signoria; ed era pur bene