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porta all’ imperadore, se le voltasse contro, onde fosse sforzata a difendersi da due potentissimi nemici, quando si trovasse meno gagliardia a contrastare ad un solo. Ma quanto maggiori difficoltà e pericoli nasceranno in questa impresa, quando il mondo venga in sospetto, o falso o vero che egli sia, che non per altra causa Sua Maestà voglia continuare ostinatamente la presente guerra, se non per desiderio ed immoderata cupidità d’ ampliar dominio e signoria? Qual popolo, quale stato, qual principe non piglierà l’armi volentieri e sarà presto alla difesa del reame di Francia, essendo ciascuno persuaso che dalla salvezza o rovina di quello debba essere stabilita ad abbattuta la propria libertà sua? Conciossiachè questa sete del signoreggiare ed aggiungere reguo a regno, quando entra nell’ animo di ciascuno, è necessario che cresca in infinito; e siccome si conviene all’ umana miseria, la quale non conosce dove abbia a mettere il cuor suo, non si spegne giammai, quantunque niente in questo mondo gli avanzasse che più oltre desiderare. Or vegga Sua Maestà, e diligentemente consideri in qual pericolo abbia a porre le cose sue; potendo questa malvagia opinione degli uomini, che prenderanno di lei, essere causa che non solamente i nemici aperti mettano le forze tutte per impedire i