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minore autorità e dominio che non ci ebbe colui, il quale congiunse tutta la sua potenza in quel tempo con l’armi imperiali. Parrà ancora a Sua Maestà che le ragioni sue e di suo padre non siano pari, perciocchè l’ imperadore non ebbe ventura mai di difendere la sua vittoria contro il re cristianissimo con una sconfitta come quella di s. Quintino. Noi abbiamo di sopra detto, ed ognun concederà facilmente, che questo fatto sia degno d’esser con gli altri più memorabili e chiari ricordato. Nondimeno il regno di Francia non è da stimare così debole e fiacco, che per abbatterlo non bisognassero altre percosse non men di questa forti e gagliarde; e con tutto ciò avrebbe anco tanto vigore e spirito, quanto bastasse per travagliar sempre o poco o molto il vincitore. E può oltre ciò per questo accidente avvenire, che siccome noi veggiamo un uomo di corpo sano e ben disposto non solamente non venir meno per un’infermità, ma di quella con buona guardia liberato farsi ancor più robusto e sano che prima non era; così il re cristianissimo, considerata la causa di questo disordine, e posta ogni sua cura e sforzo per trovargli opportuno rimedio, pare che abbia acquistato maggior forza che innanzi la sconfitta non aveva: di che già si veggono grandi ed evidenti segni, avendo Sua Maestà cristianissima ragunato un grandissimo esercito e