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ser di ciò meglio che ogn ’ altro informata; perchè se confessa di far guerra per odio che porta al re cristianissimo, manifesta cosa è, niuna sorte di male essere uel mondo, che la guerra non partorisca, e per conseguente sa che guerreggiando insieme queste due così gran potenze è di mestiero che tutto il resto del cristianesimo grandemente sia commosso e travagliato. Ma diciamo più oltre quale sia il fine di ciascuno che odia, e vedremo Sua Maestà offuscata da questa passione apparecchiare altrettanto vana, quanto dannosa impresa. L’odio è sdegno confermato nell’animo d’alcuno, il quale non si sazia giammai nė s’acquieta, se non col disfacimento del nemico, anzi contr’a lui più s’ infiamma, quanto più il vede afflitto e misero divenire, insino a tanto che sia o di vita privo, o vivendo a tale condotto, che desideri cambiare la sua fortuna con la morte. Il che s’è vero, com’è verissimo, di necessità ne segue, che Sua Maestà debba nell’animo continuamente sentire gravissimo tormento, essendo il fine di quello posto quasi per natura in una cosa impossibile; se la forza degli stati si ha da mettere nelle buone leggi e buoni consigli del principe, nell’amore ed obbedienza de’ sudditi, nella fertilità del paese, nel valore e numero dell’armi, nella quantità delle ricchezze