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macu’asse la chiarezza del suo nome; e se non dovrebbe ancora stimare di parer poco nel suo proposito costante, di che però fanno molta stima quelli uomini che desiderano essere reputati savi, acciò non diano a credere ovvero d’accorgersi di mala elezione fatta da principio, ovvero (ch’è peggio) di pentirsi secondo la buona volontà d’operare; se dico si converrebbe a re cattolico ovvero principe chiudere gli occhi a questi privati rispetti, ed aprirli solamente a considerare il voler di Dio e la comune utilità; quanto è ora più condecente che Sua Maestà condescenda alla pace, poichè nell’apportare tanti beni al mondo, quanti ne sono contenuti nella pace, non solamente ubbidisce a Dio e si accorda con la volontà del padre savio ed ottimo imperadore, ma ancora mostra non esser da se medesima diversa, nè dal suo proprio giudizio discordante in volere quello sempre, che una volta ha conosciuto esser bene. Qui non intendiamo mostrare con molte parole i comodi e l’utilità che arrecherebbe al mondo la pace; perciocchè se ne può fare alcuna prova dalle calamità e rovine che ha patite e pate il nostro secolo dalla guerra, le quali sono con infinite lingue appresentate al tribunal di Dio del continovo, non che non possiamo dubitare che all’orecchie degli uomini non pervengano, e Sua Maestà può es-