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stro capo, e d’amore e di carità verso il prossimo. Posciachè adunque il non attendere, ovvero freddamente pensare a questo mistero, è cagione che la carità in noi scemi ed alla fine muora; ed all’incontro l’odio nasca ed a poco a poco pigli forza maggiore; sia pregata Sua Maestà a ridursi spesso tutto ciò alla memoria, e fermarvisi col pensiero sopra. La qual cosa se farà, noi siamo certi, che essendo piaciuto a Dio di porla in luogo d’uno de’ più degni membri e principali, facendola, come è a dire, la destra mano di questo corpo; se l’è nata nell’animo non dovrà lungamente durare questa voglia d’odiare, nè percuotere la sinistra, ma con sollecitudine cercherà di congiungersi con quella, acciocchè amendue unite insieme con leggi di vera amicizia, possano meglio adoperarsi ad onore ed esaltazione della fede cristiana. Consideri oltre a questo Sua Maestà, che quando l’imperadore suo padre, dal qual deriva in lei quest’odio, pose in sua mano il governo e reggimento di tanti regni, non pensò già mai di farla successore suo nelle discordie; perciocchè non si converrebbe in nessun modo questo fine ad un principe savio, come lui, il quale pentito di tanti mali causati con tante dissensioni alla cristianità, avesse voluto inclinarsi e discendere da così alto grado nel quale dominava agli uomini, per alzarsi e