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fazione di tutt’i membri, ciascuno movimento cessare dell’armi franzesi. Ebbe già quel regno grave percossa dall’armi di Carlo suo padre per la presura del re Francesco: ma nondimeno chiara cosa è, che l’imperadore potette quell’avvenimento attribuire alla felicità sua, non al valore; perciocchè sendo lontano, niente s’adoprò in quell’impresa, fuori che con l’autorità del nome, nella quale anco le sue armi furono molto aiutate in Francia dalla ribellione di Borbone, ed in Italia dall’infestamento che diede il medesimo duca al re, e da alcun favore che alle cose imperiali veniva per l’inclinazione de’ principi italiani al duca di Milano. Filippo re all’ incontro può giustamente reputare la lode di questa vittoria (se nome di laude e di vittoria si conviene dare a così fatte cose) tutta sua. Perciocchè sappiamo che nel modo, nell’apparecchiamento del tempo, ed in tutte l’altre cose pertinenti a questa guerra, Sua Maestà è stata a se medesima principal consigliero, ed abbiamo oltre a ciò veduto molte difficoltà essersi opposte, e nessuno aiuto straniero essersi aggiunto alle forze sue raccolte solo da’ propri regni così divisi e lontani: ma siccome questo è assai chiaro, così resta dubbio, qual di questi due sia fatto più notabile e di maggior peso: perciocchè se