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tregua si rompesse. Certamente a noi sarebbe oltre a modo caro non avere occasione di parlare di tali accidenti, come quelli che desideriamo che sia in tutto morta ed estinta la memoria dell’origine onde nacque, e delle cose che seguirono appresso. Nondimeno perchè non si può lasciare questa obiezione senza risposta; se la Maestà Sua reputa questa per grande ingiuria, vogliamo che sia pregato a giudicare con equità e senza passione, se ella è venuta dal re di Francia, o pure da chi gliene diede occasione e vera cagione per i travagli mossi a questa S. Sede, l’autorità e dignità della quale essendo sempre giustamente e da ciascun principe o privato e contro ogni persona difesa; con tanto maggior lode può parere che il re cristianissimo ne pigliasse protezione, perciocchè la difesa per l’osservanza del giuramento suo e contro i ministri di chi aveva con la medesima solennità promesso di guardarla, e quando eravamo da tutti gli altri aiuti abbandonati. Queste cose, che sono da noi contra nostra voglia, ma necessariamente ricordate, ci confidiamo che Sua Maestà così debba pazientemente ascoltare, siccome ha procurato con pietà e riverenza di dare a questa S. Sede ogni conveniente soddisfazione. Nel quale ufficio noi confessiamo d’esser rimasi tanto edificati dell’animo suo veramente cattolico