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namento. Dico dunque, che credibil cosa è, che quando l’acque soverchiarono la terra, ed ogni pianura affondarono e ricopersono (la qual cosa in molte provincie si legge esser molte volte addivenuta) gli uomini perissero tutti, e affogassero, fuori solamente alcuni pochi pastori o lavoratori, che nelle alpi, o nelle cime degli alti monti abitavano; i quali poi a gran tempo è da credere, che impauriti per lo diluvio, per niuna cosa del mondo s’arrischiassero a scender nel piano, e sopra tutto per niuna cagione non ardissero avvicinarsi a’ liti ed alla marina. Al quale accidente simile avversità sopravvenendo a’ vostri nobilissimi antichi, contrario consiglio fu da loro preso; perciocchè soprabbondando già, siccome in molt’altri paesi, eziandio in Italia innumerabile turba, e moltitudine di barbara gente ed inumana, e non solo i suoi dolcissimi campi inondando, ma ancora negli aspri luoghi e montuosi salendo, e quegli occupando, siccome coloro dinanzi all’ acque ed alla morte fuggendo ricorrevano sotto influsso di bene avventurosa stella alle montagne: così i vostri valorosi avoli quel diluvio terrestre, e quella servitù scamparono, in queste acque ricoverando, ed in esse rassicurati, questo maraviglioso abitacolo della libertà stabile ed eterno fondarono; e come quelli del mare paurosi, contro all’em-