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produce e conserva, non solo di ciascuno, ma d’ognuno insieme? E conciossiachè in tutte le cose laudabili, la più perfetta è più laudabile: chi fia, che meritamente mi possa riprendere, se io in lodare quella città, quanto le mie forze vagliono, mi affatico, alla cui prudenza, ed alla cui perfezione niuna ne fu giammai, che aggiugnesse, siccome quella che a vivere, e a bene ed onestamente vivere, meglio che alcun’altra è ordinata e disposta? Quella città dunque, la quale, siccome savia madre e pietosa, i suoi cittadini abbondevolmente latta e nudrisce, ed oltre a ciò nobilmente allevati e costumati, per entro i vari casi di questo terreno corso sicuri e tranquilli gli conduce, e lieti e contenti tutto lo spazio di questa vita gli conserva e mantiene; quella città, dico, sommamente lodare, e magnificare, ed ammirare si dee per ciascuno, e più dalle più savie e dalle più intendenti persone. Perchè se io, la vostra inclita patria essere a ciò fare più atta, e meglio ammaestrata, e più lungo tempo avvezza, che alcun ’ altra, che giammai stata sia, chiaramente dimostro; assai chiaro sarà le laudi, che io a dire di lei prendo, non mie artificiali lusinghe essere, ma sue vere virtù. Assai manifesto segno è (pare a me) che quel primo intendimento, per lo quale furono gli uomini nelle città raccolti, cioè la