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tarono, dura eziandio dopo la morte, come fa certo; essi sono malinconiosi e dolenti, e solleciti delle imperiali forze, senza modo e senza misura alcuna cresciute e multiplicate. Anzi sono io certo, che essi ora fra noi si seggano, ed i salutiferi suffragi (onde eglino ne’ loro tempi questa repubblica a reale altezza sollevarono) a noi ora tacitamente porgono, forte ed aspramente della nostra pericolosa tepidezza e della nostra viltà, cotanto dal lor vigore e dalla lor virtù traviata, riprendendoci. Pigliamogli dunque, ed i passi nostri con più sollecito studio a quel cammino, ove segnati sono i gloriosi vestigi loro, rivolgiamo; e questa poderosa lega accettando, studiamoci di trarre la nostra inclita Venezia di questa tacita servitù, e recarla in suo stato libero e franco; acciocchè quale noi dalle onorabilissime mani de’ nostri antichi avoli la ricevemmo, tale ai futuri loro e nostri discendenti rendere la possiamo.