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neranda patria rivolgerli, la quale le sue maravigliose bellezze, e le sue virginali membra, mille anni e più state pure e monde, scoprendoci, mercè ne chiede, e le reti e le insidie, alla virginità di lei da potente e sfrenato adultero tese, lagrimosa e dolente ne dimostra? La religione, l’armi, gli inganni, le lusinghe, le minacce, i prieghi, la violenza, l’Imperio, la Germania, e la Spagna, ed Italia sono in punto ed in assetto contro di noi, e schiera e stuolo contro a questo stato fanno e muovono, e ciò vede ciascuno, fuori che noi soli, cui il soverchio desiderio di pace ha gli occhi velati e rinchiusi. Apriamogli adunque, e questa fredda pigrizia da noi cacciamo, e della nostra accidiosa morbidezza spogliamoci, e virile animo prendiamo, perocchè tempo ne è bene omai, Serenissimo Principe. Ricordiamoci, che i savi, e prudenti, e magnanimi nostri passati renderono questo stato di piccolo e dimesso, che egli era, grande ed elevato; e tale a noi lo lasciarono, quale la Serenità Vostra lo possiede oggi, bello, e ricco, e forte, e glorioso, non colla pigrizia, e col sonno, e coll ’ ozio, ma coll’ industria, e col travaglio, e colla virtù; e fermamente, se le felici anime loro sono in parte, che esse la nostra lentezza e la nostra tardanza mirino, e se lo amore, che i valorosi uomini di qua alle patrie loro por-