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LE TA

233 fizio altri chiamerebbe) gli eserciti di barbare genti e senza leggi, l’armate de’ corsali, la crudeltà, la bugia, il tradimento, le eresie, lo scisma, le minacce e lo spavento; ed oltre a ciò le false ed infedeli amicizie, e le paci simulaie, ed i crudeli paren’tadi, e le pestifere infinite lusinghe. Tale è, Serenissimo Principe, l’orribile aspetto, e tali sono i modi, ed i costumi, e gli arredi della tirannia, quali io divisati e figurati gli ho, nè altra effigie, nè altr’animo, nè altra compagnia aver potrebbe si dispietato e si rabbioso mostro, poichè ella il sangue, e la libertà, e la vita di ognuno appetisce e divora. Rivolgiamo ora gli occhi verso l’imperadore, e veggiamo, se noi al viso, e più alle mani ed all’ opere sue mirando, lei chiaramente riconosciamo. Egli ne fa ora le carezze e le profferte grandi ed affettuose. Ricordisi adunque la Serenità Vostra, che questa medesima lingua e questa medesima penna, che ora si artifiziosamente voi alletta e adesca colla sua falsità, dianzi Roma arse: perocchè l’ingorda voglia, e la disordinata sete, che la santa memoria di Clemente ebbe di riposo e di quiete, ed il veleno delle imperiali lusinghe, che egli assetato bevve, recarono la chiesa disip in quella miseria, che questa divor repubblica vide con dolente e facrimosafaca cia troppo spazio durare. Quemeine 18 cristialusinghe poi il fraterno ospizio tele