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che il re ne manda profferendo, Sua Maestà senza alcun fallo de’ due partiti prenderà l’uno, che egli, o si stringerà col papa e con gli Svizzeri (noi col nostro femminile animo, e nella nostra inferma e febbricitante quiete lasciando), o egli si darà del tutto al fortifi-camento del suo regno, ed alla difesa di se stesso si apparecchierà, e cosi eziandio faranno gli Svizzeri: e quale che egli prenda di questi due partiti, apporterà a noi graviss:mo danno, e grandissimo pericolo. Perciocchè se col papa e con gli Svizzeri si congiugne, il nostro sospetto fia incontinente raddoppiato; chè dove ora noi temiamo l’ imperadorè solo, allora ne converrà temere e l’imperadore e la lega, e raddoppiando la paura raddoppieremo la spesa e l’affanno. Perchè scendendo il re dall’ un de’ lati in Italia armato, e dall’ altro l’imperadore facendosi innanzi alla difesa, a noi fia necessario di armarci similmente: e così avendo pace, in ogni modo sosterremo la spesa, e l’affanno, e il pericolo della guerra; ed oltre a ciò di paura morremo, che quale delle due potenze rimanga vincitrice, non si volga incontanente sopra di noi; nè mai ci accorderemo di accostarci coll’imperadore, per non accrescer quella forza, che ne ha sempre sbigottiti; e lo offerirci pronti al soccorso della lega, che noi avremo sprezzata e vilipesa, non ci parrà