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te dimostra. Perocchè Sua Santità col corpo sostiene assai agevolmente le fatiche, le quali il supremo suo offizio richiede (che sono molte e molto moleste) senza mai ricusarne alcuna, e coll’ animo regge il gravissimo peso degli affari di santa chiesa; i quali quanto siano duri a portare e quanto gravino, e spezialmente a questo tempo, ognuno di noi può, senza che io lo dica, per se stesso immaginare. Oltre di ciò nei vecchi, che per la lunghezza dell’età caggiono e si consumano, e (a guisa che il lume fa, cui suo nutrimento manca) si spengono, suole per buono spazio innanzi cominciare la luce dell’ intelletto e del sentimento a vacillare e diminuire; il che di Sua Beatitudine non addiviene; perocchè il suo senno, e l’ usata sua prudenza non solo non è infiebolita nè mancata, ma ella è più chiara, e più costante, è più maravigliosa (come il buon vino, cui per vecchiezza spirito e forza cresce) per l’età, e per gli anni divenuta, e però non è così della sua vita da disperare. Ma senza alcun fallo gli uomini comunemente hanno questo difetto, e tutti generalmente in ciò pecchiamo, che noi della nostra vita speriamo assai, ed il nostro tempo largo misuriamo, e dello altrui per lo contrario sempre temiamo, e siamone scarsi e solleciti, debole e breve reputandolo. Perocchè chi è quello, che tanto oltre sia, o che