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Spagna, e della Fiandra, e di Milano, e di Genova, e di Toscana, e del regno di Napoli, per o quale accidente ella è ora spaventosa ed orribile e se nella successione dell’impero si terrà la debita maniera, ed il legittimo stile si serverà, voi il vostro salutifero privilegio manterrete di avere il vostro felicissimo, stabile, e perpetuo incontro alle altrui potenze varie e mutabili; il quale privilegio (come io ho detto) è stato, o solo o principale scampo e salute della vostra nobile ed immacolata libertà. Ma ecco che l’ imperadore, fra ’l sonno, che egli questa estate vuol dormire, si studia di romperlo e di annullarlo, e di fare eleggere re de’ Romani il principe di Spagna suo figliuolo, sicchè il presente formidabile impero si continui in lui, e vuole alle leggi opporsi, e a Dio. Perocchè la divina provvidenza, come ella gli altri nocivi animali fece pochi in numero, ed iņ natura non fecondi, così ordinò che questa pestilenziosa vipera, che imperio si chiama, corta vita avesse, e senza alcuna successione mancasse; ed egli ora, malgrado di ognuno, la vuol fare vivace e perpetua; il che egli agevolmente potrà condurre ad effetto, se noi gliel cousentiamo. Perocchè gli elettori, che male avviati sono, e che per la loro discordia hanno la loro libertà e l’altrui guasta e corrotta, non ardiranno di mettersi al niego, ed il