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duti; e ciò dicendo io, sia a sufficienza risposto a coloro che dicono, che Sua Maestà per quest’anno non vuol far guerra, ma vuol riposarsi, e di ciò alzano le mani al cielo, e poichè Sua Maestà ne concede la licenza, vogliono che noi torniamo il capo sotto, e dørmiamo riposatamente ancora questo breve spazio di tempo. O infelice, o sfortunata. o tralignata, o veramente ebbra e sonnacchiosa Italia! Dunque noi avremo lo avversario nostro per duce e per capitano; e dove, e quando, e quanto, e come a lui piacerà e fiagli commodo, tanto faremo guerra e pace, e non altrimenti, nè più oltre? Ora ecco; l’imperadore riposerà quest’ anno (se così fia però, che niuno ce ne fa certi, salvo se noi non crediamo, che egli voglia mandar molto innanzi l’araldo a bandirci la guerra), ma se pur così fia, egli starà fermo quest’anno non per tardare, ma per andar più ratto; e soprastarà non per indugiare, ma per affrettarsi; e recherà questo riposo a lui ristoro e vigore, ma a noi affanno e debolezza in molti modi e per molte cagioni: e prima però, che egli agio avrà di dimesticare, e rendere mansueta e quieta l’Alemagna, la quale ora, come generosa fiera, e non avvezza alle catene, mugghia forte e si dibatte, e di roderle e di spezzarle, e la sua libertà riprendere si sforza e s’ingegna, e riprende-