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di nascono novità e ribellioni nelle terre a lui soggette; e però eleggerà per lo suo migliore di starsi, e porragli quel freno la paura, il quale quella, che noi riputiamo ragione e giustizia, non gli ha potuto porre contro allo stimolo della sua cupidigia. Laonde noi con leggiera fatica e con piccol dispendio guerniremo ed afforzeremo la nostra pace, che ora è fievole e sprovveduta, anzi è ignudo nome, e vana ombra di pace; e ciò facendo l’imperadore senza fallo al suo migliore s’appiglierà. Ma se egli pur si lascerà cotanto dalla voga del suo desiderio trasportare, che egli pur guerra muova, dico, che largamente fia, che la sua superbia ed il suo orgoglio abbatta e punisca. Perocchè dall’ uno de’ lati gli scenderà la poderosa nazione degli Svizzeri di presente addosso, la qual poco meno, che senza mettere il piede fuori di casa sua, fia giunta a Milano; e dall’altro il cristianissimo re sospinto da reale magnanimità, e dalle onte, che il re Francesco ricevè stimolato, e di giustissimo odio ardente, passerà l’ Alpi, e di tutta sua possa in persona verrà a ferire il capital suo inimico, non per piegarlo ed indebolirlo, ma per abbatterlo ed ucciderlo, e quella antica briga e crudele, che tra Sua Maestà, e lo imperadore è stata sempre (per la quale la misera cristianità è guasta e diserta) terminare e definire di