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nocivo e di contrario cibo, quantunque fosse al gusto dolce, ci nutrica; perocchè egli in un momento poi rinvigorisce, e come riscaldata serpe rinviene, ed a pascersi dell’ altrui sostanze, e dell’altrui sangue riempiersi, e l’altrui libertà lacerare è rivolto ed intento. E similmente è dichiarato, che l’altrui afflizioni e l’altrui perdite, nelle quali noi speriamo lui dover esser occupato, sono proprio e particolar danno e persecuzion nostra presente. Da vedere è ora, se noi acconsentendo alla lega, alla quale il re cristianissimo ne richiede e sollecita, sicurati dalle nostre forze medesime, avremo franca pace e viril quiete; e non procederà il nostro poco sano e servile ozio dal volere dell’imperadore, come al presente fa, ma dal nostro. Il che mentre che io così essere apertamente farò manifesto, prestimi Vostra Serenità (com’ella ha sin qui fatto) benigna e diligente udienza. E certo noi dobbiamo fermamente credere, Serenissimo Principe, che Sua Maestà sentendo tanto e si fatto apparechiamento, e considerando, che la sua forza e la sua potenza debba trovare duro e forte intoppo, sarà ritardato di suo empito, ed incomincierà a temere di se stesso, ed a rivolgersi per la mente, che niuno è fra tanti suoi vassalli, che ami la sua acerba signoria; che nel mezzo delle sue vittorie, e nella maggior sua esaltazione tutto il