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dirizzare? o perchè facciamo noi nostra difesa piuttosto l’altrui debolezza, che le nostre forze? Il fidarsi al tempo è un gettarsi nelle braccia della fortuna; il che a noi è sommamente biasimevole, eziandio se ciò altro danno non ne recasse. Conciossiachè il fidarsi alla ventura si appartenga a coloro, ne’ quali il consiglio manca, ed a’ quali la speranza falla; e però al buono stato della Serenità Vostra, ed al senno ed all’avvedimento sud, e de’ suoi savi e intendenti senatori ciò fare è sommamente disdicevole, e tanto più ora, che il tempo e la fortuna fanno manifesto segno di doverne recare tribolazione e pestilenza presente. Perocchè a me pare, Serenissimo Principe, di ora in ora vedere il messo, e la miserabil novella udire, che Sua Maestà Cesarea scenda sopra il papa, e che Sua Santità per se stesso non ardisce pur di far motto, non che egli abbia difesa nè riparo, onde tutto lo stato di santa Chiesa sia incontanente a signoria d’imperio; e se ciò fosse, io lascio stare la pietà, che ne dovrebbe stringere di tanto nostro amico, e di sì sauto e si prudente vecchio, e la difesa, che a noi si appartiene d’Italia, del vicario di Cristo, e di santa Chiesa, perocchè vinca l’utilità, se così è convenevol cosa di dire: ma sosterremo noi, che la serpe ponga il suo nido così dappresso, che ella ne avveleni pur cóll’alito e col mor-