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ORAZIONE SECONDA

PER LA LEGA

Considerando io, e meco medesimo attontamente ripensando, Serenissimo Principe, quanto ’l riposo e la tranquillità sia generalmente agli uomini graziosa, ed al gusto degli animi nostri piacevole, più volte ho temuto non il mio presente ragionamento possa parere a molti grave e noioso. Per la qual cosa, se il tempo conceduto mi avesse, che io mi fossi taciuto, io lo avrei più che volentieri fatto; e lo farei ora similmente, se quello che nel parlar si tace e si trapassa, fosse eziandio cancellato nelle cose e nell’opere, e sarebbemi senza fallo di consolazione grandissima di poter nel mio parlar piacervi, e diletto e letizia favellando porgervi. Ma perocchè la dolcezza delle parole, ove ella coll’opere e col fatto non si confà, diviene amaritudine e pena degli ascoltanti, io reputo che vilissima e bruttissima cosa sia il procurar di dover se medesimo ingannare, e tenere a bada, iudugiando d’udir il male, che taciuto non iscema, anzi cresce, e più pericoloso per