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di tanto, dove potrà ella mai impiegare la sua misericordia con maggior commendazione degli uomini, e con più merito verso Dio che nel duca Ottavio? il quale per la disposizione delle leggi è vostro figliuolo, e per la vostra vostro genero, e per la sua vostro servidore. Senza che quando bene egli di niun parentado vi fosse congiunto, ad ogni modo il suo molto valore e i suoi dolci costumi e la sua fiorita età dovrebbono poter indurre a compassione di sè non solo gli strani, ma gl’inimici e le fiere salvatiche istesse; e voi, la cui usanza è stata sino a qui di rendere gli stati non solo ai principi strani, ma eziandio a’ re barbari e saracini, sostenete che egli vada disperso e sbandito e vagabondo, e comportate che quella vita, la quale pur dianzi ne’ suoi teneri anni si pose combattendo per voi in tanti pericoli, ora per voi medesimo tapinando, sia cotanto misera ed infelice? Oh gloriose, oh ben nate e bene avventurose anime, che nella pericolosa ed aspra guerra della Magna seguiste il duca e di sua milizia foste, e le quali per la gloria e per la salute di Cesare i corpi vostri abbandonando, e alla tedesca fierezza del proprio sangue e di quel di lei tinti lasciandoli, dalle fatiche e dalle miserie del mondo vi dipartiste! Vedete voi ora in che dolente stato il vostro signore è posto! Io son certo che sì, e come quelle che lo amaste e da lui