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176* che non abbiate a schifo di ricevere nell’animo per brieve spazio una poco piacevole finzione, e che voi degniate d’immaginarvi che tutte le città che voi ora legittimamente possedete siano cadute sotto la vostra giurisdizione non con giusto titolo, nè per eredità, nè per successione, o con ragionevole guerra e reale, ma che in ciascuna di esse si sieno commossi in diversi tempi alcuni, i quali il loro signore congiunto e parente di Vostra Maestà insidiosamente ucciso avendo, la lor patria sforzata ed oppressa a voi con iscellerata mano e sanguinosa abbiano porta ed assegnata, e voi come vostra ritenuta ed usata l’abbiate, talchè tutto l’imperio e i reami e tutti gli stati che voi avete, ad uno ad uno, così in Ispagna come in Italia e in Fiandra e nella Magna, sieno divenuti vostri in quella guisa nella quale costoro vi hanno acquistata Piacenza, contaminati di fraude e di violenza, e del puzzo dei morti corpi de’ loro signori fetidi, e nel sangue tinti e bruttati e bagnati, e di strida e di rammarico e di duolo colmi e ripieni; ed in questa immaginazione stando, consideri Vostra Maestà come ella, tale essendo, dispiacerebbe a se stessa e ad altrui, e più a Dio; dinanzi al severo ed infallibil giudizio del quale, per molto che altri tardi, tosto dobbiamo in ogni modo venir tutti, non per interposta persona, nè con le compagnie, nè